Copertina

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sabato 18 luglio 2015

Recensione –– “Le storie degli altri” di Anne Tyler

Ebbene sì, la mia maturità è finita!! Sono finalmente libera come il vento!
In realtà è finita da ben 12 giorni, ma… Lasciamo stare. Vegetare per questo tempo è stato un diritto di cui non ho avuto il coraggio di privare il mio organismo.

Ospitata dalla mia migliore amica nella sua casa al mare –nella quale, tra parentesi, fa un caldo tremendo–, ho deciso di approfittare della spiaggia e della tranquillità per recuperare un libro che avevo messo da parte, durante gli ultimi tre giorni di studio matto & disperatissimo pre–orale. 
Il libro in questione è “Le storie degli altri”, di Anne Tyler, pubblicato nel 1998 e edito in Italia da TEADUE nel 2011 (per lo meno la versione che posseggo è di quest'anno), e gentilmente offerto dalla mia cara mammina – che ho deciso di chiamare Mrs Winx, non capirete mai il perché ma temo comparirà molto spesso nei miei post.

Ma bando alle ciance, vi presento il signorino!



Titolo: Le storia degli altri
Genere: romanzo
Edizione: TEADUE 2011, economica
Autore: Anne Tyler
Prezzo: 9,00 euro
Pagine: 277


Trama: Barnaby Gaitlin è il rampollo di una famiglia agiata di Baltimora. Alle spalle ha un matrimonio fallito e un'adolescenza irrequieta, dovuta più ad una curiosità invadente che ad altro. Ora, a trent'anni, ha messo un po' d'ordine nella sua vita, trovando in Sophia una donna adatta a lui. Ma quando una somma di denaro scompare dalla casa della zia di Sophia, dove talvolta lavora, i sospetti cadono inevitabilmente su di lui. È il suo destino, frutto di quel suo interessamento stravagante, un po' morboso, ma in fondo bonario, per i fatti degli altri, del suo desiderio di ricucire i brandelli sfilacciati delle vicende proprie e altrui in un mondo di relazioni umane spesso superficiali e troppo inconsistenti.




il mio punto di vista


Barnaby mi ha ricordato molto il tipico uomo smarrito, frustrato e piegato da una società che non lo vuole, che lo guarda sempre dall'alto al basso e non riesce proprio a giustificarlo, nonostante gli errori commessi in gioventù siano stati quelli di un ragazzino problematico.

I personaggi che fanno da sfondo a questa personalità, a tratti contraddittoria e quasi insopportabile, non potrebbero essere più appropriati per permettere al figlio della ricca famiglia Gaitlin di aprire gli occhi sulle propria vista, assaporarla in ogni suo dettaglio, e finalmente capire quali sono le cose che davvero contano nell'esistenza di un essere umano. Opal, la piccola bambina che ha messo al mondo, diventa improvvisamente un tassello importante della vita di Barnaby, nonostante prima non avesse mai considerato l'amore che lo potesse legare ad una bambina che neanche si degna di chiamarlo con il titolo che gli appartiene, quello di “papà”. Margo, sua madre, è il perfetto richiamo e continuo ricordo della vita che ora non gli appartiene più, ma che continua a perseguitarlo senza una vera e propria ragione. 

Il nostro protagonista nuota insieme a questi e ad altri personaggi, chi più chi meno interessante e d'impatto sul suo cambiamento interiore, alla ricerca di se stesso, rendendo il romanzo un vero e proprio racconto introspettivo a cui mi sono avvicinata per la prima volta. Viviamo la vita di Barnaby, pensiamo quello che pensa Barnaby, ma nessuno ci impone di condividere le sue considerazioni: la freddezza e la razionalità con cui Anne Tyler descrive le connessioni di pensieri del suo personaggio, ci permettono di assistere allo stesso tempo da dentro e da fuori, in favore o contro le sue decisioni.

La storia non è avvincente, non presenta grandi colpi di scena e non è di certo un grande dramma familiare. Può essere paragonato ad una linea retta, a tante linee rette e parallele che possono rappresentare ogni personaggio. 
Quel che mi è piaciuto di più è sicuramente lo stile di scrittura, e quel che ho apprezzato di meno sono alcuni momenti morti del romanzo –anche se necessari alla trama– e alcune scelte di Barnaby, decisamente prese con poca riflessione e lucidità.
Nel complesso, assegno un voto di 3 e tre quarti su 5. Spero si possa fare.

E spero anche di non aver scritto troppe cavolate! Se avete letto questo romanzo e non siete d'accordo con me –ma anche se lo siete– lasciatemi un commento qui con le vostre considerazioni! E in caso aveste letto altro della Tyler, mi piacerebbe molto sentire cosa potete consigliarmi! Ditemi anche se la recensione vi ha incuriosito e se dovrei cambiare qualcosa, visto che ho scritto tutto un po' di getto ed è la mia prima vera recensione! 
Un bacio libroso,
Ronnie